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Società tra professionisti e posizione contributiva

Treviso, 22 dicembre 2014

Oggetto: quesiti Ing. _______________.

Il Vostro iscritto pone diversi quesiti, tutti relativi alle conseguenze derivanti dalla costituzione di una società a responsabilità limitata, anche se non è specificato il tipo di società di cui trattasi. Dal tenore della comunicazione ho motivo di ritenere si tratti di una società di ingegneria.
In questo caso la società di ingegneria dovrebbe iscriversi ad Inarcassa, ma sarebbe tenuta a versare esclusivamente il contributo integrativo, determinato sulla base del fatturato. Tale contributo non fa maturare un diritto alla pensione per i soci.
La firma di progetti in qualità di amministratore non comporta, di per sé, alcuna conseguenza dal punto fiscale e contributivo. La carica assunta ha invece degli effetti se l’amministratore percepisce dei compensi per la carica assunta in capo alla società.
L’inquadramento del compenso percepito dipende dal possesso o meno di partita Iva da parte del vostro iscritto. Per il caso di possesso di partita Iva rinvio al mio parere espresso in data odierna.
Nel caso invece il Vostro iscritto non avesse una posizione fiscale personale, il reddito percepito sarebbe assimilato a quello di lavoro dipendente, e come tale sarebbe assoggettato all’iscrizione alla gestione separata dell’INPS.
Non sono in grado di rispondere ai quesiti n. 2 e n. 3, in quanto non rientranti tra le mie competenze.
Resto a disposizione per ulteriori confronti e, con l’occasione, porgo cordiali saluti.
Paolo Dalle Carbonare

Convegno sulle forme associative nella professione

031111 Convegno Forme associative

La complessa evoluzione che ha investito i mercati professionali ha
determinato una sempre maggior attenzione allo svolgimento in
forma associata della professione intellettuale, scardinando la
tradizione del professionista isolato e tuttologo.
La scelta di svolgere l’attività professionale in forma associata non è
mai una scelta facile. Le spinte verso le forme associate sono
controbilanciate dal carattere stesso del professionista, che molto
spesso decide di intraprendere l’attività libero-professionale alla
ricerca dell’assoluta autonomia e che mal sopporta i legacci che
giocoforza l’associazione con altri professionisti comporta. A fronte di
esempi di successo vanno anche ricordati esempi di “matrimoni” tra
studi naufragati in poco tempo.
Condizione necessaria, anche se purtroppo da sola non sufficiente,
per il successo dell’associazione professionale è stabilire prima della
costituzione gli obbiettivi, le finalità, le aspettative. L’insuccesso del
“matrimonio” tra professionisti è molto spesso figlio della mancata
condivisione a priori degli elementi che reggono l’unione.
Sono vari i motivi per cui ci si associa, ed ad ogni motivazione
corrisponde una forma diversa di associazione:
– Ci si associa per dividere le spese di uno studio
– In un mercato che richiede sempre maggior specializzazione al
professionista ci si associa per dotare lo studio del maggior numero
possibile di specializzazioni
– Ci si associa anche con orizzonti temporali molto brevi, magari
finalizzati alla realizzazione di un unico lavoro.
L’importante è la scelta della forma associativa sia armonica alle
motivazioni che spingono ad associarsi.