Per il reato di infedele dichiarazione vale la data di spedizione della fattura
La data di riferimento per la configurazione del reato di dichiarazione infedele è quella della spedizione della fattura e non quella riportata nel documento.
E’ quanto stabilito dalla sentenza della Corte di Cassazione 10 agosto 2015, n. 34722, riguardante una società che aveva emesso fatture per servizi resi con data 31 dicembre, ma spedite nel successivo mese di gennaio e non indicate nella dichiarazione dei redditi dell’anno indicato in fattura. La Suprema Corte, specificando che l’articolo 21 del Dpr 633/72 precisa che «la fattura si ha per emessa all’atto della sua consegna o spedizione all’altra parte ovvero all’atto della sua trasmissione per via elettronica». Di conseguenza le fatture, pur datate 31 dicembre 2002, dovevano avere rilievo nella dichiarazione Iva 2004, perché solo in quell’anno erano state spedite al cliente.