Prestazioni occasionali
Treviso, 13 febbraio 2003
OGGETTO: quesito su prestazioni occasionali.
Faccio seguito alla richiesta del Vostro iscritto che richiede una consulenza in
merito alla possibilità di svolgere piccolo lavoro per il quale è richiesta la
firma di un tecnico abilitato. L’architetto richiede inoltre di individuare il
limite oltre il quale scattano l’obbligo di apertura della partita IVA.
L’articolo 5 del D.P.R. 633/72, in materia di esercizio di arti e
professioni, stabilisce che è soggetto al tributo IVA (…) l’esercizio per
professione abituale, ancorchè non esclusiva, di qualsiasi attività di lavoro
autonomo (…). L’elemento decisivo per definire l’obbligatorietà di apertura di
una partita IVA è pertanto l’abitualità della professione (e non, nota bene,
l’esclusività), criterio spesso di complessa individuazione. La qualificazione
del reddito deve, pertanto, essere fatta caso per caso e non può essere
determinata a priori.
Autorevole dottrina ha affermato che per abitualità si intende una (…)
attività stabile, duratura, svolta sistematicamente, anche se non in modo
permanente e senza interruzione (…). Sono inoltre da tenere in considerazione
alcune importanti pronunce della Corte di Cassazione, nelle quali si sostiene
che la qualifica di professionisti abituali in campo fiscale può determinarsi
anche dall’esistenza di un solo affare, in considerazione delle molteplici e
sistematiche operazioni che la sua realizzazione comporta.
Per quanto sopra esposto ritengo di non avere i dati necessari a
stabilire se, nel caso specifico, ricorrano i requisiti dell’abitualità della
professione. Se è vero, infatti, che il Vostro iscritto effettuerà “un piccolo
lavoro”, non è dato rilevare se la complessità e la molteplicità delle operazioni
da effettuare possano far qualificare l’attività professionale come abituale.
Qualora non fosse possibile qualificare con certezza, anche alla luce
delle posizioni dottrinali e giurisprudenziali sopra esposte, l’occasionalità della
prestazione richiesta, consiglio il Vostro iscritto di assumere una posizione
cautelativa, ovvero l’apertura della partita IVA. Tale posizione, infatti, a fronte
di costi modesti potrebbe consentire di evitare future onerose contestazioni
fiscali.
Quanto alle altre informazioni richieste dal Vostro iscritto Vi invito a
fissare presso la Vostra sede un incontro, in modo da poter affrontare in modo
sistematico l’inquadramento dell’attività dell’architetto.
Resto a disposizione per le ulteriori informazioni che dovessero
necessitare in materia e, con l’occasione, porgo cordiali saluti.
Paolo Dalle Carbonare